È in noi che i paesaggi hanno paesaggio.
Perciò se li immagino li creo; se li creo esistono; se esistono li vedo.
Fernando Pessoa
Premessa
Tante realtà territoriali in Italia si candidano a Capitale Italiana della Cultura, alla ricerca di un riconoscimento che rappresenta un obiettivo prestigioso. Un obiettivo che, affinché possa realmente e stabilmente apportare benefici alla collettività, deve essere frutto di un percorso partecipato e condiviso.
Perché candidare la Locride
La Locride (ed è il suo punto di forza) rappresenta un mosaico unico, le cui tessere sono costituite dai siti e dai beni culturali storici e archeologici, legati tra loro da un patrimonio immateriale esclusivo, che si conservano e si esprimono in comunità locali anch’esse uniche per antropologia, tradizioni, storia, cultura ed ambiente.
L’approccio metodologico
La cultura è benessere per la comunità, veicolo di sviluppo sociale ed economico, luogo di libertà e democrazia, spazio e tempo di inclusione e di crescita individuale e comunitaria. Se ci si sofferma a riflettere su come l’azione culturale possa realmente promuovere e favorire l’affermazione di questi valori, ci si rende facilmente conto di quanto urgente e redditizio sia l’investimento in cultura.
Non un contributo che si limiti a garantire la realizzazione di attività ma un vero e proprio investimento nel tempo che presupponga linee progettuali solide, pratiche di monitoraggio reali e un ritorno concreto che lasci una traccia, metodologie e sistemi culturali vivi capaci di generare, comunicare, sostenersi.
La decisione di candidare la Locride a Capitale Italiana della Cultura 2025 poggia su questa idea di fondo: percorrere un viaggio di quattro anni per costruire intorno alle comunità locali, attraverso la valorizzazione condivisa e responsabile collettiva del patrimonio culturale, un progetto unitario che attivi forme di resilienza, economia circolare, partecipazione, sostenibilità.
Nella Locride molto è stato fatto in questi anni nel campo culturale e turistico con risultati positivi, ma molto resta ancora da fare. Le esperienze di altre importanti realtà nazionali, ci insegnano che i risultati si ottengono quando i territori riescono a fare sistema così da sedimentare i processi e acquisire forza e rappresentatività nell’interlocuzione con le realtà esterne, dando vita ad un modello sociale coeso e partecipato e quindi capace di essere realmente competitivo.
Senza queste condizioni la pretesa di candidare qualunque ambito a Capitale Italiana della Cultura rischia di fare un percorso estremamente banale e puramente mediatico.
A nostro parere, la cultura resta prima e oltre ogni considerazione di tipo mediatico una dimensione fondamentale del nostro essere: creatività, studio, rispetto dell’ambiente, cura della persona, costruzione dell’identità individuale e dell’integrazione delle diversità, economia sociale e circolare, tensione verso una società coesa e ricca di idee, specchio di territori e di comunità che sappiano riflettere su di sé e sulle propria storia, orgogliose di essere ciò che si è, ma coscienti della propria dimensione e dei propri limiti.
A tal proposito il valore di intraprendere un percorso di candidatura a lungo termine a Capitale Italiana della Cultura per un territorio come la Locride risiede proprio nella capacità di fare un percorso condiviso e comune tra le diverse comunità locali per conoscersi e riconoscersi come contesto unitario valorizzando le diversità ed esclusività territoriali.
Un percorso che proponga la Locride come un grande laboratorio culturale sociale, di rilevanza nazionale ed europea, luogo di sperimentazione di metodologie e buone pratiche per il recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale.
Il patrimonio culturale della Locride riferito non solo alle molteplici arti, alle presenze monumentali, archeologiche che si sono sviluppate in esso, ma anche alle esperienze, conoscenze, storie di vita delle persone che hanno vissuto e vivono nel contesto.
Il territorio della Locride inteso non solo come luogo fisico, ma come l’insieme delle culture, delle relazioni, degli attori che hanno vissuto e fanno riferimento ad esso. Rappresentando il patrimonio culturale della Locride come una vera e propria grande impresa culturale sociale che coinvolge le diverse comunità locali e tutti i cittadini.
Luogo dove si annulla la divisione dei ruoli fra chi produce e chi fruisce della cultura perché il cittadino è al tempo stesso consumatore, ma anche produttore di cultura.
In conclusione
Un percorso di candidatura della Locride a Capitale Italiana della Cultura 2025 che diventi laboratorio:
Inoltre un percorso di candidatura della Locride Capitale Italiana della Cultura inteso come:
Sintesi della proposta
La proposta è quindi quella di candidare il territorio della Locride come Capitale Italiana della Cultura per il 2025, avendo come obiettivo primario il percorso di costruzione della candidatura che dovrà svolgersi dal 2020 al 2024. Quattro anni di attività sul territorio tese a realizzare un contesto di comunità culturali territoriali coese, dove le parole e gli elementi portanti saranno: la partecipazione collettiva delle comunità locali, la sostenibilità turistica e ambientale, la condivisione, l’economia circolare.
Il percorso si svilupperà su tre sezioni principali:
Gli elementi protagonisti saranno:
Gli strumenti primari